“Basta morti sulle strade! Basta! Basta!” Un grido rabbioso e appassionato si è levato in un pomeriggio assolato in Viale Brianza. All’angolo con Piazzale Loreto un migliaio di persone, per lo più ciclisti, ha voluto ricordare l’ennesima vittima della strada milanese, Veronica D’Incà , morta mercoledì scorso proprio in quell’incrocio, travolta da un camion. La 38enne è solo l’ultima delle tante morti sulle strade di Milano da un anno a questa parte. Nomi che sono stati ricordati durante il flashmob organizzato da varie associazioni.
Le tre richieste al sindaco Sala
Tommaso Gioisis, attivista di Sai che puoi? e organizzatore, ha aperto la manifestazione: “È un momento difficile ma necessario. In primo luogo per ricordare Veronica e necessario per chiedere al Comune di Milano che tragedie come queste non accadano mai più“. “
“Le strade di Milano” – ha aggiunto Gioisis – “non sono sicure. Al sindaco e all’assessore alla mobilità chiediamo di mettere in sicurezza chi vive e lavora in città con tre azioni. I mezzi pesanti, laddove strettamente necessari devono girare solo in determinati orari e che lo possano obbligatoriamente fare dotandosi di specchietti grandangolari e sensori laterali. Londra si è già attivata da marzo 2021, è ora che lo faccia anche Milano“.
“Chiediamo” – ha proseguito l’attivista – “la pedonalizzazione delle strade davanti a tutte le scuole delle città . E’ bello vedere tante bambine e bambini con i loro genitori. Terzo e più importate: tutta la città a 30 km/h dal primo gennaio 2024. Chiediamo a tutta la giunta di accogliere l’invito votato in consiglio comunale il 9 gennaio scorso: stanziare decine milioni euro costruire più per ridisegnare nuove strade della città e più piste ciclabili“.
“Non è ideologia, ci sono dati scientifici”
“Queste richieste non sono fantascienza, si può fare. Tante città d’Italia e d’Europa si sono mosse in questo senso. E’ una questione di volontà politica. La sicurezza” – ha concluso Gioisis – “porta tanti altri benefici dalla salute all’abbattimento delle discriminazioni sociali. Non è ideologia, ci sono dati scientifici“.