Augusto Daolio, storica voce dei Nomadi scomparso prematuramente nel 1992, ha espresso il suo mondo, il suo pensiero realizzando opere e non solo musicali.
Ad ospitare i quadri dell’artista, per la prima volta a Milano, è la Fondazione Luciana Matalon dal 4 al 14 settembre; per l’occasione saranno esposte due opere inedite, probabilmente tra le prime di Augusto Daolio, molto differenti sia come tecnica che come tematiche.
Un’occasione per chi non ha avuto la possibilità di vedere l’altro modo di raccontare della storica voce dei Nomadi: disegni in cui l’uomo, non sempre sensibile, si nasconde e si mescola a ciò che lo circonda, invertendo i ruoli.
Sono proprio questi scenari a dare il titolo alla mostra in Foro Bonaparte 67 di Milano: “Paesaggi spaesati- Augusto Daolio: musicista, poeta, pittore”
“Ho sempre giudicato Augusto come un grande artista: scriveva testi, scriveva poesie e dipingeva. Era questo Augusto.
Prima delle nostre esibizioni, tirava fuori un foglio bianco e la china, che portava sempre con sé, e con il pennino iniziava a fare i disegni.
La pittura era qualcosa che aveva dentro e che riusciva a dare sfogo anche nei momenti in cui non era il momento”
Sono le parole e i ricordi di Beppe Carletti, presente alla preview della mostra, insieme a Rosanna Fantuzzi, moglie di Augusto Daolio che continua:
“ (Augusto) Non amava essere definito surrealista; inoltre non ha mai voluto dare un titolo ad un dipinto perché pensava che in quel modo l’avesse ingabbiato. Lui dipingeva quello che sentiva e voleva che fossero le persone, guardando i suoi quadri, a sentire qualcosa e a dargli un titolo. Era curioso di sapere cosa gli altri ci vedessero dentro scoprendo, grazie a loro, cose di cui lui non si era reso conto.”
La visita alla mostra è ad ingresso libero.
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