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Alle pendici del tetto d’Europa e con una splendida vista sul massiccio del Monte Bianco (le guglie Dames Anglaises, 3.600 metri) che accompagna gli ospiti in tutto il soggiorno – dalla colazione alla cena, passando per i balconi delle suite e la spa – l’Auberge de la Maison è una miscela di eleganza vintage e grande cura per i dettagli, con la guida della figlia d’arte Alessandra Garin e in posizione strategica a Entrèves – frazione di Courmayeur a due ore e mezza di auto da Milano – ideale per un weekend sulle Alpi con passeggiate tra laghi, ghiacciai e sentieri e salita sulla Skyway.
Estate 2019: yoga, veg valdostano e spa
In tutti i giovedì estivi dal 18 luglio al 22 agosto 2019, nel prato dell’Auberge de la Maison sarà possibile cimentarsi con istruttori certificati in yoga dolce, disciplina adatta a tutte le età e condizioni fisiche (praticabile anche da seduti) per acquisire consapevolezza del proprio corpo e migliorare il benessere. A disposizione degli ospiti anche personal trainer e massaggiatori sportivi, con “coccole” per chi ha trascorso giornate intere in alta quota tra spazzolature, massaggi ai burri d’alpeggio e bagni nella piscina riscaldata con vista. Ma nel quattro stelle di Courmayeur il giovedì è anche VVDAY ovvero “giorno vegetariano valdostano” in cui è possibile assaggiare (anche in versione pic-nic con plaid) sia specialità tradizionali che piatti contemporanei, in linea con lo stile della “casa”.
Skyway Monte Bianco: funivia sul tetto d’Europa
L’esperienza più straordinaria (foto qui sotto) al di fuori dell’albergo è raggiungere in 10 minuti a piedi la nuova Skyway Monte Bianco, una delle funivie più belle del mondo con salita rotante e “tappa intermedia” al Pavilion con giardino e cantina a 2.273 metri, dopo i primi cinque minuti di salita. L’approdo finale, dopo altri quattro minuti in cabina, è in una straordinaria terrazza panoramica a 3.466 metri (Punta Helbronner) circondata a 360 gradi dai quattromila delle Alpi (Dente del Gigante, Monte Rosa e Cervino) e che guarda dall’alto il nuovo Rifugio Torino del CAI (il vecchio sarà in ristrutturazione fino al 2021) sito a 3.375 metri.
Viaggio nel passato tra villeggiatura e menu di montagna
La montagna non è sempre stata ambita dagli uomini per vacanze e relax: lo divenne solo nel Settecento e l’alpinismo fu il precursore del turismo come lo conosciamo oggi. I primi esploratori e scalatori erano quindi mossi da interessi scientifici e da una passione specifica o specialistica, più che dal divertimento e le prime strutture ricettive nacquero per ospitarli. È l’epoca dei primi Auberges e il Monte Bianco inizia ad attrarre flussi più ampi di visitatori, tra cui in un numero crescente di turisti in cerca di quiete e aria buona, nonché mondanità e ricerca di status, da cui la nascita di alberghi più raffinati: nella sua storia, l’Auberge de la Maison (relativamente recente in quanto aperto dal 1996) ha ospitato anche i reali del Belgio.
Così la montagna diventa anche “villeggiatura” al posto o al fianco del tradizionale buen retiro balneare: un “viaggio nel passato” in cui una struttura al contempo raffinata e “casalinga” (bellissimi i soggiorni impreziositi da quadri, divani, stufe e camini) raccoglie il testimone di un antico modo di frequentare i tranquilli borghi e sentieri tra l’Italia e la Francia, anche nella proposta gastronomica che nei “Menu di Montagna” riprende le antiche ricette alpine.
Ristorante valdostano con vista
Il ristorante dell’Auberge de la Maison ha una carta equilibrata con attenzione per vari tipi di piatti: tra le specialità più legate agli ingredienti locali l’antipasto di mocetta con patate, il secondo di cervo con ribes e contorno di bietole e polenta, ma soprattutto il “tris di polente” servito nelle tipiche cocottine colorate, da gustare sempre – ove la temperatura lo permetta – nei tavoli all’aperto con vista sui boschi e sulle Alpi. Gli ambienti rendono perfettamente l’idea di un rapporto raffinato – ma non ingessato – tra le baite di montagna e il buon cibo: lampadari a cristallo e credenze in vista, un servizio attento e la capacità di accontentare sia chi cerca piatti della tradizione italiana (come il vitello tonnato) sia chi insegue i sapori del territorio tra formaggi e selvaggina.