Una galleria di arte contemporanea all’aperto, sotto i grattacieli del nuovo skyline milanese. Ecco Artline, il nuovo progetto di arte pubblica che sbarca nel parco di Citylife con le prime sei opere.
Il primo nucleo della collezione a cielo aperto (il progetto è a cura del Comune di Milano) è composto da lavori site-specific realizzati da Riccardo Benassi, Judith Hopf, Ornaghi & Prestinari, Matteo Rubbi, Pascale Marthine Tayou e Serena Vestrucci. Seguiranno altre installazioni permanenti che renderanno il parco di Citylife un vero e proprio museo nel verde, fruibile da tutti e vetrina sia per artisti emergenti che per quelli già affermati.
Cos’è, o meglio cosa diventerà Artline? Si tratta di un percorso articolato in oltre venti opere permanenti: otto sono state selezionate attraverso un concorso per artisti under40 (la cui mostra si è tenuta a Palazzo Reale a Milano tra il 2015 e il 2016) e le altre di artisti internazionali già affermati.
Gli otto artisti selezionati attraverso il concorso per under 40 sono: Riccardo Benassi, Rossella Biscotti, Linda Fregni Nagler, Shilpa Gupta, Adelita Husni-Bey, Wilfredo Prieto, Matteo Rubbi e Serena Vestrucci. A loro si aggiungono gli artisti Ornaghi & Prestinari che realizzano la loro opera con il contributo di CityLife. Tra gli artisti invitati su chiamata diretta dei curatori ci sono Judith Hopf e Pascale Marthine Tayou.
Le opere punteggeranno via via il parco, all’ombra delle architetture contemporanee di Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind. E la visita libera sarà affiancata da un public programme a cura di Cecilia Guida con appuntamenti, incontri, conferenze e workshop.
Volete seguire gli sviluppi del progetto ArtLine Milano? Lo potete fare attraverso i canali social (Facebook, Instagram e Twitter) e il sito www.artlinemilano.it, un portale d’informazione sull’arte pubblica.
Artline Citylife, gli artisti e le opere
Riccardo Benassi, Daily Desiderio, 2018
Un’immaginaria fermata del trasporto pubblico. L’opera è composta da uno schermo Led bifacciale sorretto da una struttura in acciaio zincato di colore grigio. È formata da una struttura minimale in alluminio verniciato in grigio il cui nucleo pulsante è un display a LED bianchi. All’interno del display LED, l’artista si impegna a trasmettere – grazie ad un sistema di broadcasting remoto, integrato e autonomo – un nuovo messaggio testuale per ogni giorno della sua vita, rimandando all’infinito il completamento dell’opera e rendendo la fruizione un’esperienza quotidianamente inedita.
Judith Hopf, Hand and Foot for Milan, 2017- 2018
L’opera è composta da due sculture poste a poca distanza tra loro: una mano che spunta del terreno quasi a simulare un saluto e un piede appoggiato sul prato. Due forme provenienti dall’anatomia umana che sono state ingigantite e costruite con uno dei più classici materiali edili.
Ornaghi & Prestinari, Filemone e Bauci , 2017
Opera realizzata con il contributo di CityLife per ArtLine Milano Filemone e Bauci è una fusione in alluminio raffigurante due colonne umanizzate che stazionano una accanto all’altra tenendosi a braccetto mentre osservano i nuovi grattacieli che si stagliano verso l’alto.
Matteo Rubbi, Cieli di Belloveso, 2017
L’opera è composta da oltre 100 stelle in pietra, di dimensioni, forme, colori e materiali variabili. Le stelle sono sparse e incastonate nella pavimentazione di Piazza Burri. L’opera ricostruisce il cielo stellato visibile a Milano nella primavera del 600 a.C., data intorno alla quale Tito Livio colloca la leggendaria fondazione di Milano da parte del principe Belloveso.
Pascale Marthine Tayou, Coloris (in progress)
L’opera è composta da una pavimentazione in calcestruzzo raffigurante il planisfero terrestre su cui sono piantati un centinaio di pali metallici dai colori pastello e dalle dimensioni variabili, tra i 6 e i 12 metri di altezza, e sulla sommità di ognuno di essi è posizionato un uovo. L’installazione dà vita a un’esplosione di colori sia caldi, sia freddi, ma tutti intensi e luminosi che si riverberano sulla città.
Serena Vestrucci, Vedovelle e Draghi Verdi, 2017 – ongoing
Il progetto sceglie di non aggiungere nuovi elementi all’interno del parco, ma di intervenire su qualcosa che è già stato previsto per questo luogo: le fontanelle pubbliche. Con le loro strutture in ghisa dipinte di verde, le “vedovelle” di Milano sono l’immagine più storica inserita in quest’area completamente rinnovata. L’intervento cerca un dialogo tra il contemporaneo e il classico, tra il cambiamento e la tradizione, tra la nuova e la vecchia Milano: per ciascuna fontanella installata nel parco verrà sostituita la bocchetta originariamente in ottone, da cui fuoriesce l’acqua, con una scultura di volta in volta diversa.