Non è brutta, semmai atipica. Sognava di essere Rossella O’Hara e invece è diventata famosa al grande pubblico nei panni della Signorina Silvani di fantozziana memoria, che le è valso anche una nomination al Nastro D’Argento. Ma Anna Mazzamauro, romana, classe 1938, è soprattutto una grande attrice di teatro, l’unica al mondo ad aver interpretato Cyrano de Bergerac.
L’abbiamo incontrata prima del suo spettacolo Nuda e Cruda, scritto da lei con musiche originali di Amedeo Minghi e la regia di Livio Galassi, che debutta il 1 dicembre al Teatro Delfino dopo due anni di grandi successi raccolti in molti teatri italiani.
Uno spettacolo dove l’attrice prende spunto dalla bruttezza per parlare di sé, della sua carriera dagli esordi cinematografici al grande amore di sempre, il teatro, cantando e interpretando vari personaggi ma “rimanendo più cruda che nuda, altrimenti poi rischiamo che i lettori non vengono a teatro“. Ma anche un invito al pubblico a liberarsi dei ricordi cattivi, degli amori sbagliati, della paura della vecchiaia.
Perché lei stessa, spiega, è atipica: “Dopo anni di crisi adolescenziali e sofferenza nel dover portare il peso dell’atipicità (per gli altri, non per me) ho capito che ci può essere anche un altro modo di essere belle”.
MW – Ovvero?
AM – So benissimo che non rispondo pienamente alle regole del belvedere che gli altri attribuiscono alle donne. Per questo uso il termine atipicità, voglio dare un senso a un altro modo di essere bella e forse ci sono riuscita. Anche perché nessuno osa dirmi “Ammazza quanto è brutta!”, lo menerei subito!
MW – Eppure la Signorina Silvani nei film di Fantozzi era la vamp per eccellenza…
AM – Non rinnego la Signorina Silvani, le devo la mia popolarità. Di lei tutti dicevano: “Non è bella ma me la farei!”, però la poverina, purtroppo, rappresenta la solitudine della donna celata dal suo essere eccentrico.
MW – Chi è invece Anna Mazzamauro?
AM – Un’attrice di teatro, non un’attrice comica. Nella mia vita ho fatto di tutto, dal Cyrano di Bergerac a uno spettacolo su Anna Magnani. E poi tutti i classici, da Aristofane a Euripide. Non so fare nient’altro se non recitare.
MW – Lei piace molto a tutti, uomini, donne, giovani e meno giovani: un’eredità notevole per un’attrice!
AM – Probabilmente piaccio alla gente perchè in teatro sono come nella vita. Vado a fare la spesa con il mio carrello, pulisco la mia casa e la addobbo come una scenografia, mi piace arredarla muovendola continuamente per evitare l’effetto museo.
MW – Nel tuo spettacolo Nuda e Cruda affronti temi molto duri ammantandoli però di un tocco leggero: come ci riesci?
AM – In scena parlo della solitudine della donna: la sua prima volta, la vecchiaia, lo stupro, l’amore, l’abbandono e la dieta. Indosserò un vestito pieno di crudité: sedani, carciofi, pomodori. Non voglio che il pubblico me le tiri addosso, eh, però quelle verdure rappresentano un po’ il mio modo di stare in scena. Ecco io voglio spogliarmi di tutte quelle retoriche della vita che è fatta di compromessi.
MW – Com’è cambiato oggi il mondo della comicità?
AM – In teatro io detesto la comicità da barzelletta: oggi per far ridere devi dire parolacce, pure io le dico, per carità, ma solo quando hanno un senso preciso. Diciamo che non è cambiata la comicità, è cambiato il pubblico che oggi vuole ridere e basta. E allora cosa c’è di meglio della barzelletta?
MW – Però anche un grande come Gino Bramieri raccontava barzellette…
AM -Sì ma avendo alle spalle anni e anni di teatro, quello vero. Quando raccontava barzellette, in realtà recitava dei personaggi
Nuda e Cruda
dal 1 al 4 dicembre 2016
Teatro Delfino (Piazza Piero Carnelli)
Biglietti: intero 20 euro, ridotto 15 euro
Inizio spettacolo alle 21