Dal 7 all’11 maggio ritorna al Piccolo Teatro Strehler l’atteso spettacolo istituzionale della Scuola di Ballo Accademia alla Scala.
Si inizia con la presentazione del Maestro Frédéric Olivieri, direttore del Dipartimento Danza della Scala. Olivieri propone una selezione di coreografie sugli Etudes di Carl Czerny, al fine di presentare i diversi livelli accademici degli allievi: dai giovanissimi che affrontano coreografie più semplici, ai più grandi che eseguono variazioni di alto livello.
Si prosegue poi con Serenade, uno dei balletti più noti di George Balanchine: creato nel 1934, si ispira alla Serenata in do maggiore per orchestra d’archi di Čajkovskij. Il coreografo russo inverte l’ordine dei movimenti per restituire un’atmosfera delicata e una vena malinconica. Uno degli esempi più alti del neoclassicismo di Balachine.
Terzo pezzo di esibizione della serata è The Unsung, creazione di José Limón del 1971. Il balletto vede otto danzatori impegnati in una serie di movimenti che si ispirano alle danze dei Nativi americani. Nessun accompagnamento musicale, solo i passi ritmici dei ballerini, che alternano situazioni d’insieme e assoli. Una tecnica, quella di Limón, che è divenuta un punto di riferimento per le scuole europee e americane, e una delle basi del linguaggio della danza moderna e contemporanea.
Si conclude, infine, con Napoli, uno spumeggiante “divertissement”, un capolavoro romantico del 1842 che il Maestro Olivieri ha ripreso dall’originale di August Bournonville. Il primo coreografo del Teatro Reale di Copenaghen non solo seppe valorizzare la danza maschile ma ha regalato un balletto gioioso e pieno di virtuosismi. Gli ingredienti ci sono tutti: personaggi bizzarri e sempre in vena di scherzi, due innamorati separati dalle avversità e un perfido demone del mare. Il risultato è un allegro balletto in tre atti, che non può che concludersi con un tripudio di danze tra nastri colorati e tamburelli.