Si è spento ieri, 25 luglio, all’istituto Auxologico di Milano il grande tenore Carlo Bergonzi, uno dei più grandi interpreti della musica lirica italiana.
Originario di Vidalenzo di Polesine Parmense, Carlo Bergonzi aveva compiuto 90 anni lo scorso 13 luglio e si è contraddistinto come un grande interprete delle opere di Giuseppe Verdi, tanto da essere stato eletto come il “tenore verdiano del secolo”. Al suo attivo Carlo Bergonzi può vantare anche un invidiabile record, in quanto è l’unico interprete ad avere all’attivo nella propria discografia tutte e trentuno le aree verdiane per tenore.
Come tutti i grandi protagonisti della lirica, anche Carlo Bergonzi ha intrapreso un fitto e fruttuoso rapporto con il Teatro alla Scala di Milano. Il suo nome è scritto 120 volte nelle locandine del Piermarini, per più di 110 come protagonista in palcoscenico, otto come solista in concerti e recital.
Bergonzi ha debuttato alla Scala il 25 marzo 1953 in Mas’Aniello, tragedia popolare di Antonio Viviani musicata da Jacopo Napoli, e ha quasi ininterrottamente cantato alla Scala fino al 1976 in 14 produzioni di Aida, Un ballo in maschera, Il Trovatore e La forza del destino di Verdi, L’elisir d’amore e Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, Mefistofele di Arrigo Boito.
Carlo Bergonzi è entrato nella storia del Teatro alla Scala anche per quella Messa da Requiem di Verdi che, debuttata a Milano nel 1963, fu portata in tournée al Bolshoi di Mosca nel ‘64 e alla Carnegie Hall di New York nel ‘67. Dirigeva Herbert von Karajan e Bergonzi aveva accanto Leontyne Price, Fiorenza Cossotto e Nicolai Ghiaurov.