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A testa in giĆ¹ al Manzoni: Solfrizzi e tutto il cast rendono onore alla commedia francese di Zeller

A testa in giĆ¹ Zeller recensione
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Assistendo allo spettacolo A testa in giĆ¹, per la regia di Giole Dix, ci si ritrova ancora una volta a pensare come alcune commedie sappiano scriverle solo i francesi. Consci di questo, non ĆØ affatto semplice rispettarle e al contempo appropriarsi di quel linguaggio e questa compagnia ĆØ riuscita nell’intento (la produzione ĆØ di ErreTiTeatro30, nella traduzione curata da Giulia Serafini ed ĆØ la prima volta che questo testo viene allestito in Italia).
Si parte da un momento molto quotidiano, marito (Emilio Solfrizzi) e moglie (Paola Minaccioni) si ritrovano a casa la sera, con lui che deve comunicare di aver invitato a cena il suo migliore amico (Bruno Armando). Fin qui nulla di strano, il punto ĆØ che quest’ultimo era il marito della migliore amica della moglie, lasciata per una donna piĆ¹ giovane. Potrebbe apparire un clichĆ©, ma in realtĆ , proprio per il doppio binario del pensato e del detto si riesce a scandagliare nelle dinamiche relazionali, rendendo tutto piĆ¹ vivace. I componenti della coppia protagonista si ritrovano cosƬ a riflettere, con leggerezza, su ciĆ² che sono, ma il “mescolamento” delle carte ve lo facciamo gustare in platea. Non ĆØ casuale che il titolo originale sia ‘L’envers du dĆ©cor’ come se si andasse dietro le quinte dell’unione a due e dell’amicizia, ma azzardando un pensiero, verrebbe quasi da dire dietro le quinte della dinamica del personaggio. In fondo spesso l’attore, nel suo lavoro preparatorio costruisce delle storie, per restituire un certo vissuto sul palco o sullo schermo perciĆ² quei pensieri detti ad alta voce potremmo leggerli anche in questa prospettiva.

ā€œL’originalitĆ  di A testa in giĆ¹ sta nel fatto che il pubblico ĆØ testimone dei pensieri dei personaggi che parlano in disparte. Grande gioco di attori che svelano con la tecnica del doppio linguaggio una veritĆ  comica, crudele e meravigliosamente pateticaā€, ha spiegato Dix. Questa tecnica di Florian Zeller ricorda a tratti proprio una peculiaritĆ  di ‘Art’ di Yasmina Reza, che qui l’autore ha personalizzato fornendo un ottimo materiale drammaturgico agli interpreti di turno. Rimane impresso Solfrizzi per la grande mimica che dimostra, senza mai strabordare, lo affiancano una brava Minaccioni, B. Armando e Viviana Altieri, i quali, dal canto loro risultano perfettamente in parte nei ruoli che gli sono stati assegnati.

ā€œAmiamo entrambiā€ – ha raccontato il regista riferendosi all’attore pugliese -ā€œla comicitĆ  che fa ridere, ma al tempo spesso elegante, con modi urbani e non inurbani come, invece, accade oggiā€, ha raccontato il regista in conferenza stampa e sono proprio la raffinatezza Ā e il ritmo i punti di forza di una messa in scena che rende onore all’originale francese.

Una nota a margine: al Manzoni di Milano il pubblico avrĆ  modo di assistere a un altro testo di Zeller, ‘Il padre’ con Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere, regia di Piero Maccarinelli.

Riassumendo

A testa in giĆ¹, dall’11 al 28 ottobreĀ 

Teatro Manzoni

DURATA: 120′ piĆ¹ intervallo

ORARI: Ā lunedƬ riposo; da martedƬ a sabato h 20,45; domenica h 15,30

PREZZI: prestige 35ā‚¬; poltronissima 32ā‚¬; poltrona 23ā‚¬; poltrona under26 15,50ā‚¬

TOURNƉE: A testa in giĆ¹ continua le sue rappresentazioni toccando cittĆ  come Lugano (al Lac 5-6 novembre), Bologna (al Duse dal 9 all’11 novembre), Bari (all’Abeliano dal 15 al 18 novembre), Trento (al Sociale dal 13 al 16 dicembre), Firenze (al Teatro della Pergola dal 27 dicembre 2018 al 2 gennaio 2019), Lucca (al teatro del Giglio dal 25 al 27 gennaio) e Verona (al Nuovo dal 5 all’8 febbraio).

 

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