Aurore è una donna separata di 50 anni, in un momento chiave della sua vita: sta per diventare nonna, perde il lavoro e soprattutto sta entrando in menopausa.
Questo “passaggio” da una stagione di vita all’altra la manda in crisi: seguono piccole e grandi vicende quotidiane, momenti di gioia e di sconforto, pianti e risate, vampate di calore, ma attorno il calore (vero) dell’amicizia, delle figlie e l’incontro con un vecchio amore ritrovato per caso.
Ma cosa significa avere 50 anni? Se per la società Aurore è troppo “vecchia” per un nuovo lavoro, lei, gradualmente, scopre di essere nella stagione di vita della compiutezza, quella in cui non si hanno più conti in sospeso con la propria vita, in cui si è detto e fatto quello che si voleva dire e fare, in cui si trova (o si ritrova) un amore.
Quella stagione in cui in cui si gode del proprio presente e delle persone più care e in cui finalmente ci si perdona e si abbraccia ogni parte di sé.
Blandine Lenoir con 50 primavere dà vita a una commedia delicata e divertente, che fa riflettere su uno dei momenti chiave nella vita di una donna: dall’estate all’autunno una donna non diventa semplicemente “vecchia” ma si trasforma e rinasce.
A dare il volto ad Aurore è Agnès Jaoui, attrice (ma anche regista e autrice) francese che incarna perfettamente le contraddizioni di una donna di 50 primavere. Consigliato.
Il nostro voto: 7.5
Una frase: “Quando lo stock di ovociti è esaurito allora si parla di menopausa”. “Ah perché c’è uno stock?”