Avete l’imbarazzo della scelta su cosa vedere a teatro? Vi state chiedendo come impiegare, culturalmente, quella sera libera o la domenica pomeriggio? Come ogni lunedì, Milano Weekend vi segnala alcune opere in cartellone nella nostra città: un nuovo appuntamento con lo #spiegoneteatri.
Ecco cosa vedere a teatro a Milano nella settimana dal 24 al 30 aprile 2017
Alcuni consigli sugli spettacoli in cartellone
— Ciao (Teatro Franco Parenti 19 – 30 aprile)
Sappiamo quanto Piero Maccarinelli sappia dar vita a disegni registici che riescono a lasciare tracce nella platea di turno. Questa volta si è cimentato in un testo (il romanzo di Walter Veltroni) che parla di padri e figli nella prospettiva generazionale. Quando Marco Tullio Giordana ha avuto il coraggio di affrontare un tasto doloroso e ancora irrisolto della nostra storia recente, la strage di Piazza Fontana, aveva sottolineato come i giovani di oggi siano figli di scelte ed errori (anche inconsapevoli) dei giovani di allora (anni Settanta e Ottanta).
“Ciao è il racconto di un dialogo impossibile tra un padre e un figlio. In un giorno di agosto il padre morto all’età di 37 anni si materializza ancora giovane di fronte al figlio, ormai sessantenne, che lo ha sempre cercato. È un racconto sull’assenza, sul bisogno di relazione, sulla dolorosa bellezza della ricerca delle radici della propria vita. Due persone che hanno età rovesciate rispetto ai ruoli. Il padre è un ragazzo, brillantina nei capelli, e il figlio ha quasi il doppio dei suoi anni, ha vissuto molto di più, ha esperienza da vendere. Ma è un figlio e deve ricevere, più che dare. Nel dialogo tra queste due creature, che si svolge in un irreale tramonto che non finisce mai, si snoda anche la storia d’Italia di molti decenni, una storia di cui i due sono stati testimoni e protagonisti. Sono due Italie che si raccontano e si incrociano e due generazioni che si confrontano: quella del padre, che ha partecipato alla rinascita del paese nel secondo dopoguerra, e quella del figlio, che ha partecipato ad una stagione dove molti degli ideali nati nel dopoguerra sono entrati in crisi” (dalla scheda ufficiale). Protagonisti Massimo Ghini e Francesco Bonomo.
DURATA: 80′
ORARI: mercoledì e venerdì h 19,45; giovedì h 21; domenica h 16
PREZZI: intero prime file 40€, II e III settore 32€, IV settore 25€; over65 e under26: II, III, IV settore 18€; convenzioni II, III settore 22,50€; IV settore 18€
— Louise e Renée (Piccolo Teatro Grassi 21 marzo – 30 aprile)
Ci sono testi che non è assolutamente semplice trasporre in teatro o per lo schermo, ‘Memorie di due giovani spose’ di Honoré de Balzac (romanzo del 1842) è tra questi. “Il libro – l’unico romanzo epistolare di Balzac – procede attraverso lo strumento immaginario di un carteggio, fra due personaggi che non si vedono. Louise e Renée hanno un rapporto che è esclusivamente rimesso alle lettere che si scrivono. Per veicolare le proprie emozioni, le proprie storie, il proprio vissuto, le due donne usano una modalità che potremmo definire – con un termine molto vicino alla comunicazione virtuale di oggi – ‘parola anaffettiva’”, ha dichiarato il drammaturgo Stefano Massini.
Ecco, Sonia Bergamasco (qui in veste solo registica) ha voluto cavalcare proprio questa idea suggerendola mediante l’idea scenica (a tratti astratta, in altri punti candida ed eterea come qualcosa che si è perduto o si sogna a seconda della lettura – non sempre i pannelli sono mossi in maniera super funzionale) e nel lavoro con le attrici, le bravissime Federica Fracassi e Isabella Ragonese, che ben abitano questo spazio atemporale. Si avverte tra loro un’alchimia particolare, di due donne che in quel tempo erano cresciute insieme, ma le cui strade si son divise, con una che ha assaporato il desiderio di libertà e l’altra che lo concretizza. In questa prospettiva le due donne, anche grazie ai movimenti sulla scena e al gioco di ombre e specchi, arrivano ad essere varie sfumature di un’unica donna. Per ciò che abbiamo affermato all’inizio, questo spettacolo resta un po’ un assaggio nel senso che – sarà soggettivo – ma si avverte la voglia di andar a leggere il testo dello scrittore francese per addentrarsi ancora di più nei loro pensieri.
DURATA: 75′
ORARI: mercoledì e venerdì h 20,30; giovedì e sabato h 19,30; domenica h 16
PREZZI: platea 33€; balconata 26€
— Medea su Viale Zara (spettacolo itinerante 18 – 30 aprile)
Avete voglia di uscire dall’ottica delle poltroncine di velluto? Allora questa proposta del Teatro dei Borgia fa per voi. Su un furgoncino, capiente al massimo per sette spettatori alla volta.
“Medea su Viale Zara è la storia di una donna, una di quelle che spesso incontriamo per caso: una giovane migrante, scappata dal proprio Paese e arrivata in Italia con la speranza di un futuro migliore. Alle spalle chissà quanti sogni e, spesso, l’amore di un uomo, che, invece di proteggerla e ricambiarla, l’ha buttata in strada a prostituirsi. L’ambientazione è una delle vie della prostituzione: ogni città ne ha una” (dalla scheda) e sarà interessante viverla attraverso il teatro. A dar volto a questa donna è la brava Elena Cotugno (autrice anche del testo in collaborazione con Fabrizio Sinisi)
Contemporaneamente al Teatro Libero andrà in scena un’altra produzione di questa compagnia, ‘Sud_Orazione’ in cui “un intellettuale meridionale è costretto a tornare alla sua terra, dopo aver cercato, per anni, di sublimare, attraverso il teatro, quella che riteneva essere la grettezza della propria appartenenza ‘etnica’”.
DURATA: 60′
ORARI: da lunedì a sabato h 19; domenica 18,30.
PREZZI: intero 20€; ridotto under25 e over 60 15€.
Chi assiste a entrambi gli spettacoli nello stesso giorno paga solo 5€ il biglietto per ‘Sud_Orazione’. Chi vede gli spettacoli in giorni differenti ma acquista contemporaneamente i biglietti entra a prezzo ridotto: Medea a 15€ e ‘Sud_Orazione’ a 12€.
— Nome di battaglia Lia (Atir Teatro Ringhiera 25 – 29 aprile)
In occasione della Festa della Liberazione, 25 aprile, viene riproposto al pubblico milanese Nome di battaglia Lia. “Molte volte, quando si pensa alla Resistenza, l’immagine più usuale a cui si fa riferimento è quella del partigiano combattente e spesso ci si dimentica delle storie apparentemente periferiche. Ci si dimentica che, al di là dei momenti alti e celebrativi, esiste un mondo fatto di episodi che fanno parte di una quotidianità ai più sconosciuta ma dal valore estremamente significativo. All’interno della grande pagina della Resistenza, il quartiere di Niguarda a Milano, e le donne dei suoi cortili, ebbero un ruolo particolare. Niguarda si liberò il 24 aprile 1945, con un giorno di anticipo su Milano. E fu proprio in quel giorno che si consumò uno degli episodi più tragici della Liberazione della città: colpita al ventre da una raffica di mitra di nazisti sulla via della fuga, moriva – incinta di otto mesi – Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, una delle figure più importanti del Gruppo di Difesa della Donna” (dalla nota ufficiale).
Queste le ultime parole di Lia prima di morire: “Quando nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo”. Ancora una volta, a distanza di tempo, non si può dimenticare e il teatro non può chiudere gli occhi. In scena Marta Marangoni, Rossana Mola e Renato Sarti. Per questo spettacolo la Presidenza della Repubblica ha conferito una medaglia commemorativa al Teatro della Cooperativa.
DURATA: 70′
ORARI: martedì, giovedì e venerdì h 20,45; mercoledì e sabato h 19,30
PREZZI: intero 18€; ridotti da 15€ a 12€