Nero. Lo schermo scuro. Tutti i più importanti film iniziano con uno schermo nero. La musica? Solenne e cupa. Una voce roca risuona e accoglie lo spettatore in sala, è la voce del Cavaliere Oscuro. Batman è tornato, in versione Lego.
Sono questi i primi minuti di proiezione in cui è ben chiaro che piega assumerà Lego Batman – il film, firmato da Chris McKay e ideato dai brillanti Seth Grahamre-Smith, Erik Sommers e Jared Stern. Un biglietto da visita che è un concentrato di humor, battute sagaci e ritmo convincente. Signori! Aspettative soddisfatte.
Lego Batman sarà nelle sale dal 9 febbraio. Spin-off dello sperimentale The Lego Movie, è un esilarante cinecomic in stile meno cartoonesco del precedente, che intende ruotare la vicenda interamente sulla figura del protagonista DC Comics.
Un film d’animazione che trae le fila dalla versione più introspettiva dell’eroe, quella che ha portato un inquieto Christian Bale a vestire i panni del paladino nella Trilogia di Nolan. In una Gotham City di mattoncini, satura e dalle tonalità torve, il nostro Cavaliere Oscuro, somigliante allo stesso Bale e alto quanto un pollice, dovrà nuovamente fare i conti con il suo acerrimo nemico Joker. Fin qui si rispetta il copione. Ma Chris McKay decide di sovvertire un po’ le cose: l’eroe mascherato torna tutto solo, nella sua sfarzosa dimora/ isola, usa il microonde per scaldarsi la cena, litiga con il telecomando della sua sala cinematografica che gli impedisce la visione di film romantici, si ritrova annoiato, perso nel dolore davanti alla foto dei suoi cari genitori e improvvisa, da ragazzino ribelle, performance da rapper.
Un personaggio buffo e divertente fra gag e paradossi, ma con una psicologia ben delineata. Così, più che una parodia, questo cinecomic assume la caratteristica di una intelligente de-mitizzazione, mai banale ma sempre nel rispetto del suo soggetto. Un film d’animazione squisitamente cult, che rovista negli archivi della leggenda spaziando argutamente dalla serie tv anni ’60 fino alle più moderne versioni, con rimandi a Batman Vs Superman e con un tocco psichedelico alla Suicide Squad.
Così la nuova avventura, quella di salvare la città dalla minaccia distruttiva dei cattivi, diviene una riflessione sull’eroe, nel ribaltamento che prevede la necessità di aver bisogno degli altri, nel ripudiare, seppur con bizzarri atteggiamenti egocentrici e da super uomo, un legame con il prossimo: il paterno maggiordomo Alfred che lo invita a uscire dal guscio, il tenero figlio adottivo Robin, la battagliera fiamma Batgirl. Non viene dispensato neppure Joker, il contraltare del paladino in questione, il suo yin, che rivendica, con risvolti del tutto spassosi, il suo ruolo esclusivo di cattivo, in una implorazione da moglie trascurata: No, dimmi che mi odi!
C’è di che sbizzarrirsi insomma. A enfatizzare questa bagarre di personaggi e situazioni c’è un lavoro accurato di animazione digitale con qualità stop motion e figure create da migliaia di mattoncini digitali. Un microcosmo con dei protagonisti ben contestualizzati e ambientati, dinamici e sfaccettati. Merito anche dei doppiatori, l’eccellente performance italiana di Claudio Santamaria, che oltre a prestare la sua voce a Bale, si è cimentato in questa versione mignon e alternativa del Cavaliere; poi ci sono: Geppi Cucciari, Alessandro Sperduti, Pedicini e Marco Guadagno.
«Per costruire un eroe, ci vuole un lavoro di squadra» e Lego Batman è un apprezzabile risultato di squadra.
Voto per noi: 8+