A Palazzo Reale apre al pubblico la grande mostra dedicata a Hokusai, Hiroshige e Utamaro, che propone un viaggio nel mondo artistico e umano dei tre maestri che ancora oggi, come nei secoli precedenti, influenzano scuole e artisti del Giappone e dell’Europa, contrapponendo all’etica del samurai il piacere di ogni singolo momento e il divertimento in ogni sua forma.
In programma nelle sale di Palazzo Reale dal 22 settembre al 29 gennaio 2017, la mostra è promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira e curata dalla professoressa Rossella Menegazzo, docente di Storia dell’Arte dell’Asia Orientale dell’Università degli Studi di Milano.
Il progetto Hokusai, Hiroshige e Utamaro si inserisce all’interno delle celebrazioni del 150° anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, avviate con la stipula del primo Trattato di amicizia e commercio firmato tra i due Paesi il 25 agosto 1866.
Attraverso 200 silografie policrome e libri illustrati provenienti dalla prestigiosa collezione del Honolulu Museum of Art, il pubblico della mostra potrà vivere una duplice esperienza: da un lato provare la stessa meraviglia che provarono davanti alla freschezza e semplicità di forme e colori artisti come Monet, Van Gogh, Degas, Toulouse-Lautrec e che contribuì a cambiare e rivoluzionare il linguaggio pittorico della Parigi di fine Ottocento; dall’altro conoscere le peculiarità tecniche, l’abilità e l’eccentricità dei singoli artisti.
Per ragioni conservative e di tutela delle opere esposte, diversamente dalle altre mostre in corso a Palazzo Reale, la mostra Hokusai, Hiroshige e Utamaro resterà chiusa il lunedì pomeriggio mentre il sabato la chiusura sarà anticipata alle 19.30 anziché alle 22.30, con ultimo ingresso alle 18.30.
Il percorso di mostra
Attraverso 5 sezioni (Paesaggi e luoghi celebri: Hokusai e Hiroshige; Tradizione letteraria e vedute celebri: Hokusai; Rivali di “natura”: Hokusai e Hiroshige; Utamaro: bellezza e sensualità; I Manga: Hokusai insegna), la mostra metterà in luce il mercato dell’immagine dell’epoca, che richiedeva di trattare soggetti precisi, luoghi e volti ben noti al pubblico, temi e personaggi alla moda.
Una domanda intorno alla quale nascevano inevitabilmente rivalità, prima ancora che tra gli stessi artisti, tra gli editori che producevano le opere e si contendevano i migliori pittori, incisori e stampatori per dar vita a serie di stampe sempre diverse, verticali, orizzontali, in forma di ventaglio, in formato di libro per soddisfare un mercato dell’editoria sempre più esigente e ampio.
Il percorso pertanto, attraverso le silografie dei tre maestri, Katsushika Hokusai (1760-1849), Utagawa Hiroshige (1797-1858) e Kitagawa Utamaro (1753-1806), metterà in evidenza come fossero ricorrenti gli stessi soggetti e come gli editori fossero obbligati a inventare espedienti quali formati e inquadrature diverse. Ma anche come ognuno di questi artisti si sia distinto con una serie tematica specifica fino a renderla un best seller obbligando gli altri a cimentarsi sullo stesso soggetto alla moda per ricavarsi il proprio spazio sul mercato.
Risulta chiaro così perché alle Trentasei vedute del monte Fuji di Hokusai (1830-32 circa) seguirono, a distanza di quasi vent’anni, anche Trentasei vedute del monte Fuji di Hiroshige (1852-58) e come queste ultime comprendano vedute simili che in qualche modo citano il maestro Hokusai (ad esempio proponendo la “Grande onda” con una inquadratura simile ma meno drammatica).
Allo stesso modo si comprenderà perché la serie più famosa di Hiroshige, le Cinquantatré stazioni del Tōkaidō, edita inizialmente nel 1833-34, sia stata ripetutamente proposta dallo stesso autore con editori diversi e in formati diversi, se non addirittura in collaborazione con altri artisti, e come il soggetto sia stato trattato anche da Hokusai in una serie di surimono (biglietti augurali) e silografie tra il 1804 e il 1811.
Scorci di ponti, cascate, quartieri di Edo, di Kyoto e delle province più lontane, insieme ai volti, all’eleganza dei kimono e alla sensualità delle donne più belle dell’epoca dipingono il quadro di una società e accompagnano l’osservatore, di allora come di oggi, nei luoghi e nelle località frequentati dai tre maestri e dai loro contemporanei; testimoniano come l’uomo sia sempre parte attiva e integrata nella natura, anche quando i soggetti rimandano alla tradizione letteraria, poetica e teatrale; evidenziano da un punto di vista tecnico una crescente confidenza dei tre artisti con quelle che furono le modalità di rappresentazione della realtà provenienti da Occidente che furono integrate poco alla volta nel loro immaginario e che soprattutto segnano, da un punto di vista sociale e politico, la creazione di una nuova e più omogenea identità culturale nazionale.
D’altra parte, furono queste immagini, in particolare le vedute del Giappone di Hiroshige, i 15 volumi di Manga di Hokusai, i volti delle bellezze di Utamaro a divenire punto di riferimento estetico per tutti gli artisti successivi: i fotografi giapponesi e occidentali affermatisi in Giappone nella seconda metà dell’Ottocento si rifecero ai colori, alle inquadrature e ai soggetti di questi tre artisti per i loro scatti da proporre agli stranieri, confermando quelle immagini come “l’immagine del Giappone” oltreoceano che conquistò e sconvolse il mondo artistico europeo, in particolare nella Parigi di fine Ottocento, trasformando e rivoluzionando la modalità pittorica degli impressionisti.
Un fascino che continua a perpetuarsi ancora oggi e che ha dato e dà vita a tutta quella produzione grafica contemporanea che da quest’arte fluttuante è scaturita, dai manga agli anime, dal tatuaggio fino ai gadget più commerciali, ma anche nel continuo richiamo da parte di artisti contemporanei giapponesi e stranieri nelle loro opere di temi e qualità delle stampe dell’ukiyoe.
La mostra si inserisce all’interno di un calendario di eventi che avranno luogo in Italia lungo tutto l’arco dell’anno 2016 per celebrare il 150° anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia: grandi mostre d’arte, performance teatrali di burattini (bunraku) e della grande tradizione del nō, concerti e spettacoli di danza moderni e tradizionali, rassegne cinematografiche, eventi d’architettura e design, e poi fumetto, letteratura, sport e molto altro ancora a rappresentare il mondo culturale e tecnologico del Giappone in Italia per tutto il 2016.
Durante il periodo di apertura della mostra sono in programma nei musei civici scientifici molte conferenze legate alle ricerche e agli interessi comuni con il Giappone, a partire dalla firma del trattato nel 1866; mentre al Mudec una mostra propone dal 20 al 30 ottobre un viaggio nella storia dell’ikebana dall’origine fino ai giorni nostri.
Presso la Libreria Mondadori Megastore si terrà il ciclo di incontri intitolato “Sol Levante”, che propone approfondimenti su argomenti diversi, dalla pittura pop di Tomoko Nagao ai quartieri di Tokyo protagonisti del romanzo di Mario Vattani; dalle lezioni di disegno manga al rito del sakè fino alla filosofia zen: le città, il cibo, l’arte, la contemporaneità e le tradizioni del Giappone.
BIGLIETTI:
Intero € 12,00
Ridotto € 10,00 studenti dai 6 ai 26 anni, gruppi (minimo 15 massimo 25 persone), over 65, disabili, militari, forze dell’ordine non in servizio, insegnanti, tesserati Touring Club e FAI, card Musei Civici Milanesi, card Lunedìmusei.
Ridotto Card Musei Lombardia € 8,00
Ridotto speciale € 6,00 scuole, giornalisti non accreditati, gruppi organizzati direttamente da Touring Club e FAI e studenti Summer School
Famiglia € 10,00 adulti e € 6,00 ragazzi (dai 6 ai 14 anni)
Gratuito minori di 6 anni, guide turistiche abilitate con tesserino di riconoscimento, un accompagnatore per ogni gruppo, due accompagnatori per ogni gruppo scolastico, un accompagnatore per disabile che presenti necessità, giornalisti accreditati dall’Ufficio Stampa del Comune o dall’ufficio stampa della mostra, dipendenti della Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Architettonici di Milano, tesserati ICOM