āIl vicino ĆØ mio nemico, non lo posso sopportare, in un modo o nell’altro io lo devo eliminareā cantavano negli Anni Novanta i Punkreas. Ma senza arrivare a estremi rimedi, certo i milanesi non possono ambire al premio di āmigliori vicini di casaĀ d’Italiaā. E se state pensando che la definizione di āvicino asocialeā non vi si addice, vi sfidiamo a pensare ad almeno cinque vicini con cui avete parlato nelle ultime 48 ore… Non vi vengono in mente? Niente di strano, semplicemente appartenete al quel 69% di milanesi che ammette di non avere nessun tipo di relazione con i propri vicini di casa.
Addio per sempre ai condomini-famiglia che fino agli Anni Cinquanta costituivano un valido appoggio per aiuto e solidarietĆ , oggi a Milano si va troppo di fretta per il buon vicinato, almenoĀ secondo la ricerca promossa da NescafĆ© sui condomini asociali che ha ispirato il videoĀ The Nextdoor HelloĀ girato a Milano.
Lo studio ĆØ stato condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 700 milanesi, uomini e donne di etĆ compresa tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog e forum con l’obiettivo di capire come sono cambiati nel tempo i rapporti tra vicini nei condomƬni meneghini.
Dalla ricerca ĆØ emerso che il 77% dei milanesi evita i propri vicini dando la colpa alla frenesia della routine quotidiana, confermata dal 71% dei meneghini che individua nella mancanza di tempo la causa della poca socializzazione. Il 52% teme di essere ignorato dal vicino, mentre la micro-criminalitĆ e il terrorismo promossoĀ dai media scoraggia il 49% dei milanesi a dare confidenza ai vicini. Il 34% non vuole risultare invadente e il 23% infine si definisce troppo timido.
āGli impegni lavorativi possono far vivere la propria abitazione soprattutto come luogo di riposo e rifugio proprio perchĆ© lāattivitĆ sociale viene giĆ coltivata in altri ambienti, come il luogo di lavoro. Di conseguenza quando si ĆØ a casa, si cerca anzitutto un nido in cui vivere la privacy, la riservatezza e il riposo. In secondo luogo, nella societĆ sta aumentando la mobilitĆ e diminuisce il senso di attaccamento al luogo e anche al vicinatoā commenta Marco Costa, professore del Dipartimento di Psicologia dellāUniversitĆ di Bologna.
E quando il vicino te lo trovi lƬ davanti, che fare? Ha quasi dell’incredibile, ma ben 8 milanesi su 10 fanno finta di nulla, guardando altrove o armeggiando con il proprio smartphone, della serie: scusa, non ti ho visto. Anche āscusa, sono di frettaā riscuote un buon successo e viene utilizzato dal 70% dei milanesi per non attaccare bottone. Il 47% taglia la testa al toro evitando di prendere l’ascensore se ĆØ giĆ occupato e il 33% non esce di casa prima di essere certo che per le scale non ci sia nessuno.
āLa prossimitĆ spaziale tra vicini di casa ĆØ una potenzialitĆ che non porta automaticamente allāinterazione e alla solidarietĆ ā spiega Giandomenico Amendola, professore di Sociologia Urbana nella FacoltĆ di Architettura dellāUniversitĆ di Firenze ā, essa non determina una spinta allāinterazione e, men che meno, alla costituzione di solidi rapporti interpersonali. A maggior ragione, in un palazzo abitato in da lavoratori, le occasioni di incontro sono inevitabilmente sporadiche ed in genere molto rapide e formali. Andando ad analizzare i fattori che agiscono sui rapporti di vicinato, i principali sono lāomogeneitĆ sociale-culturale e il tempo di residenzaā.
Ma chi ĆØ il vicino indifferente per antonomasia? Manager, uomo, tra i 31 e i 50 anni. Ma soprattutto milanese. Sono infatti proprio i milanesi i vicini piĆ¹ asociali d’Italia (69%) seguiti dai torinesi (68%) e dai veneziani (66%). I piĆ¹ affabili sono invece i palermitani.