Stavolta l’annuncio ha il sapore della notizia definitiva, perché viene da un comunicato ufficiale del gruppo, dopo anni di rumors dall’esterno: Starbucks aprirà il suo primo coffee shop in Italia, nel centro di Milano, agli inizi del 2017. L’operazione avverrà in partnership con il gruppo Percassi. Non è ancora noto l’indirizzo del locale, che sarà “un omaggio alla cultura italiana” e avrà un bancone come ogni bar tricolore che si definisca tale, pur servendo frappuccini e altre bevande in puro stile americano.
Per la multinazionale statunitense, ogni avventura oltreceano è un terreno da sondare con prudenza, per la diversa cultura del caffè e del tempo libero: dopo l’ingresso in Gran Bretagna nel 1998, i punti vendita in Europa, Africa e Medio Oriente oggi sono 2.400 ma rappresentano solo un decimo del fatturato mondiale. Ma il negozio di Milano non sarà l’unico Starbucks in Italia: il comunicato di Starbucks parla esplicitamente al plurale.
La parola “umiltà” è stata espressamente usata dal CEO di Starbucks, Howard D. Schultz, volato a Milano durante la settimana della moda femminile, per descrivere l’operazione italiana dei prossimi mesi. Una sorta di “questione personale”, l’ha definita il New York Times, che sottolinea come l’azienda stia avanzando in Cina al ritmo di 500 negozi l’anno.
“Sappiamo che l’apertura del primo Starbucks in Italia, il Paese del caffè, sarà una sfida particolare, ma riteniamo che gli italiani siano pronti a vivere l’esperienza Starbucks, come già avviene in altri mercati” ha detto Schultz, il quale anche nel comunicato odierno ricorda il suo viaggio a Milano nel 1983 (in occasione di una fiera) “che cambiò per sempre la direzione presa da Starbucks”.
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