Si inaugura venerdì 5 febbraio 2016 a Merano Arte la mostra “Gestures – Women in action“, quaranta opere dedicate alle espressioni più significative della Body Art femminile dagli anni ’60 ad oggi.
Yoko Ono, Marina Abramovic, Valie Export, Yayoi Kusama, Ana Mendieta, Gina Pane, Carolee Schneemann, Charlotte Moorman, Orlan, sono solo alcune delle protagoniste dell’esposizione, a cui si aggiungono artiste più recenti come Sophie Calle, Jeanne Dunning, Regina José Galindo, Shirin Neshat, Silvia Camporesi e Odinea Pamici.
Allestita dal 6 febbraio al 10 aprile 2016 a Merano, la mostra esplora le modalità con cui il corpo femminile è diventato un potente mezzo espressivo per comunicare pensieri di protesta o sovvertimento dei valori costituiti, caratterizzando in maniera significativa l’arte contemporanea.
A cura di Valerio Dehò, “Gestures – Women in action” presenta in maniera cronologica il movimento della Body Art e delle donne che hanno immolato all’arte il proprio corpo. Non a caso la prima sala è dedicata a Yoko Ono, attiva fin dagli anni Cinquanta nel pionieristico movimento Fluxus. In mostra, il video e alcune fotografie della performance “Cut piece” (1965) e della performance eseguita dall’artista con il marito John Lennon “Bed In” nel 1969. Il percorso prosegue con le foto e i video delle performance estreme di Marina Abramovic, il video e alcune foto di Mario Carbone relativi alla performance “Imponderabilia” (1977), e il video della performance svolta nel 2010 al MoMa di New York “The Artist is present”.
Nella seconda sala la ritualità delle antiche culture indigene di “Blood sign“, performance del 1972 dell’artista cubana Ana Mendieta, e una fotografia de “Azione sentimentale“ (1973) dell’italiana Gina Pane. Non poteva mancare l’artista giapponese Yayoi Kusama, attiva a fine anni ’60 come performer e artista legata al movimento hippie, e l’artista austriaca Valie Export impegnata nella protesta femminista contro la sofferenza psichica e fisica subita dalle donne.
L’esposizione presenta anche una serie fotografica dedicata alla performance “Ice naked skating” (1972) dell’americana Carolee Schneemann, oltre che un’opera parte della serie “Eye Body” (1963). Al centro della sala due grandi fotografie della francese Orlan, che attraverso ripetute operazioni di plastica facciale e di chirurgia estetica ha trasformato il proprio corpo in materiale artistico primario.
Al secondo piano la fotografia di Sophie Calle “Mon ami” (1984), con cui l’artista esplora il tema dell’identità e intimità femminile, un’immagine di “Balkan Baroque” di Marina Abramovic (Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 1997), l’opera di Jeanne Dunning dalla serie “Long Hole” (1994-96) che riflette sulla relazione che ognuno di noi intrattiene con la propria singolare fisicità, identità e sessualità. A completare l’esposizione alcune opere dell’iraniana Shirin Neshat (“Pulse“), della giovane fotografa italiana Silvia Camporesi (“Il sale della terra“), di Odinea Pamici (“Ballo per Yvonne“) e della performer guatemalteca Regina José Galindo con i suoi “atti di psicomagia”.
Nell’androne del museo è invece esposto il violoncello dell’artista e musicista americana Charlotte Moorman e il video che mostra la performance in cui l’artista ha impiegato tale strumento.
Inaugurazione: venerdì 5 febbraio 2016, ore 19.
Costo: 6 euro (ridotto 5 euro, studenti fino a 26 anni 2 euro)
Orari di apertura: dalle 10 alle 18, lunedì chiuso.
Merano Arte – Edificio Cassa di Risparmi
Portici 163
Merano