Avete quarant’anni. Potete ancora affermare di essere giovani? Riuscite a non sentire una nota stonata quando qualcuno vi definisce “un ragazzo/una ragazza di quarant’anni” o se cercate di confrontarvi alla pari con un venticinquenne?
Proprio la ricerca della propria identità attraverso il conflitto generazionale è il tema di While we’re young (come al solito, pessimamente tradotto con il titolo italiano Giovani si diventa) del regista Noah Baumbach (Il calamaro e la balena, Frances Ha), la commedia agrodolce con protagonisti Naomi Watts (prossimamente in The Divergent Series: Insurgent), Ben Stiller, Adam Driver (presto nell’attesissimo Star Wars: The Force Awakens) e Amanda Seyfried.
Stiller e Watts sono Josh e Cornelia Srebnick, una coppia di intellettuali quarentenni; vivono a New York e, dopo diversi tentativi andati male, hanno deciso di rassegnarsi al pensiero di non poter avere figli: mentre i loro amici più stretti diventano genitori, l’argomento “bambini” è un doloroso tabù per Josh e Cornelia che si consolano con l’idea di poter partire all’improvviso e senza impedimenti per un weekend parigino. Un weekend che, in realtà, rimandano da anni. Cornelia lavora come assistente del padre, un celebrato documentarista di cui Josh è stato il pupillo. Ma, dopo un esordio promettente, la carriera di Josh è a un punto morto: da quasi 10 anni, l’uomo cerca di completare il suo secondo documentario, un’opera sul capitalismo che il suocero non fa che stroncare. Un matrimonio stanco, una crisi creativa, un empasse intellettuale; la situazione cambia completamente con l’incontro di una coppia di venticinquenni già marito e moglie, gli hipster Jamie e Darby (Driver e Seyfried), che adulandoli si insinuano nelle loro vite. Se agli occhi di Josh e Cornelia i coetanei sono noiosamente saggi e prevedibili, Jamie e Darby li travolgono con il loro entusiasmo per la vita: sono anticonformisti, creativi, liberi. Ma anche, e i due quarantenni lo scopriranno presto, aggressivi, voraci e pronti a manipolarli.
Quella dei quarantenni di oggi è una generazione alla ricerca del proprio posto del mondo, schiacciata fra i genitori autorevoli, stabili economicamente e lontani dal farsi da parte, e i giovani, che scalpitano per emergere. Questo empasse deve spingere a fare i conti con gli anni che passano: perché se il detto “carpe diem” rimane sempre valido, è altrettanto vero che c’è un momento per ogni cosa e che, se si continua a rimandarli nell’illusione che ci sarà sempre tempo per realizzarli, alcuni dei propri sogni non si avvereranno mai più. Spesso, però, il primo passo per capire cosa si vuole e chi si è consiste nel rendersi conto di cosa non si è. E allora per i quarantenni Josh e Cornelia i loro omologhi ventenni Jamie e Darby sono come uno specchio che rimanda un’immagine in cui non riescono a riconoscersi, in un confronto che ha il sapore di una epifania.
Perché giovani non si diventa, ma adulti e felici sì.
Nei cinema italiani da giovedì 9 luglio.
Il nostro voto: 6 e mezzo
Una frase: “Non è il diavolo, è solo giovane”.
Per chi: sta entrando negli “anta”.