Sono cinque le nomination all’Oscar conquistate da La teoria del tutto, attesissimo film sulla vita dell’astrofisico britannico Stephen Hawking, fra le più brillanti personalità scientifiche del nostro tempo e padre di numerose teorie scientifiche, in particolare sulla nascita dell’universo e i buchi neri. Il biopic, diretto da James Marsh (già Oscar per Man on wire), è infatti candidato agli Academy Awards per i titoli di miglior film, miglior attore protagonista (all’attore e modello inglese Eddie Redmayne), miglior attrice protagonista (all’attrice Felicity Jones), migliore scenografia, miglior sceneggiatura non originale.
La pellicola in uscita giovedì 15 gennaio è infatti l’adattamento cinematografico della biografia Verso l’infinito (Travelling to Infinity: My Life With Stephen), scritta da Jane Wilde Hawking, ex-moglie dello scienziato e madre dei suoi tre figli; il film porta per la prima volta sul grande schermo la straordinaria vita del fisico affetto da atrofia muscolare progressiva e diventato una icona pop della scienza moderna, dopo il film per la televisione Hawking del 2004, dove il protagonista era interpretato dall’attore Benedict Cumberbatch.
Nel 1963 Stephen Hawking è un brillante e timido studente di cosmologia a Cambridge: incerto sull’argomento da scegliere per il proprio dottorato, è affascinato dalla possibilità di trovare una semplice ed elegante equazione che spieghi la nascita e dell’Universo. Nel mentre, a una festa conosce Jane Wilde, studentessa di lettere: fra i due è un vero e proprio colpo di fulmine e i due si scambiano il primo romanticissimo bacio al ballo di maggio.
Ma Stephen comincia a camminare sempre peggio, la sua mano sulla lavagna trema e la diagnosi è senza appello: la sclerosi laterale amiotrofica gli lascia solo due anni di vita. “Ma io lo amo e lui ama me” dice Jane, decisa a rimanergli accanto per tutto il tempo che gli resta. In realtà il professor Hawking è ancora vivo e, nonostante l’aggravarsi della malattia, riesce a comunicare attraverso un sintetizzatore vocale; la sua incredibile produzione scientifica e la capacità di scrivere testi divulgativi amatissimi dal pubblico restano ai margini del film: al centro de La teoria del tutto sono i sentimenti, la vita privata di una coppia straordinaria che cerca di affrontare le piccole e grandi sfide del quotidiano per 25 anni, prima del divorzio.
L’interpretazione di Eddie Redmayne è certamente straordinaria e Felicity Jones inaspettatamente brava, ma il limite del film è proprio la sua prevedibilità: nello sforzo di essere impeccabile, non osa mai, nella convinzione che alludere sia meglio che mostrare non affonda mai lo sguardo nella disperazione, nell’esaltazione o nel desiderio. E ci viene subito alla mente A beautiful mind, il film del 2001 sulla vita del matematico John Nash, affetto da schizofrenia: una biografia solida che affrontava in modo meno corretto e certamente più verosimile e avvincente il rapporto fra il Premio Nobel e sua moglie. Eccessivamente retorico il finale.
Il nostro voto: 5 e mezzo
Una frase:
-Ora che farai?
-La dimostro. Dimostrerò con una singola equazione che il tempo ha avuto un inizio. Non sarebbe grandioso, professore? Un’unica, semplice, elegante equazione per spiegare tutto.
Per chi: per inguaribili romantici