Dopo cinque anni da Sogno di una morte di mezz’estate, torna sul grande schermo a partire dal 15 maggio Pinuccio Lovero, il becchino più famoso del cinema italiano. Di nuovo protagonista di un lungometraggio del pluripremiato regista pugliese Pippo Mezzapesa, stavolta Pinuccio scende in campo. Santo, ovviamente. In Pinuccio Lovero–Yes, I can, come Renzi e Obama il celebre “custode a livello cimiteriale” (come lui stesso ama definirsi) vuole dire basta alla vecchia politica, candidandosi con SEL come consigliere comunale a Bitonto, cittadina pugliese a nord di Bari.
Tutto comincia cinque anni fa, quando Mezzapesa (Zinanà, Come a Cassano, L’Altra Metà, Il Paese delle Spose Infelici) decide di raccontare in un documentario la vera storia di Pinuccio, che aveva la curiosa aspirazione a fare il becchino: Sogno di una morte di mezz’estate sbarca al Festival di Venezia e apre le porte dei salotti televisivi a Pinuccio, ospite da Bonolis, Frizzi e Magalli. Una breve parentesi di celebrità che manca a Pinuccio che decide così di buttarsi in politica con un programma squisitamente cimiteriale: più loculi e ossari per tutti, nuove fontane per i fiori, panchine per gli anziani e bagni per i disabili. Vestito da becchino, Pinuccio campeggia sui manifesti del paese; il suo slogan “Pensa al tuo domani! Perché tu possa riposare in pace vota e fai votare Pinuccio Lovero!” genera a Bitonto qualche perplessità e moltissimi gesti scaramantici.
Pratico, esilarante, vitale e insieme… mortuario: ecco il senso della politica per Pinuccio Lovero che, con la terza media serale, ma tanto buonsenso in più rispetto ai suoi avversari politici, aspira a entrare nel cast dell’Isola dei famosi e a girare un film con Checco Zalone. Mezzapesa non solo ci regala un divertentissimo affresco di un personaggio unico, ma anche di un uomo comune, profondamente consapevole, nonostante la sua voglia di protagonismo, delle cose importanti nella vita. Così, in Pinuccio Lovero–Yes, I can, il regista bitontino ci racconta i progetti di Pinuccio e della sua fidanzata Anna, prossimi al matrimonio. E ci commuove il desiderio di Pinuccio, confessato con un filo di voce e gli occhi bassi, di avere un bambino; magari per grazia di San Michele, che gli ha fatto vincere al lotto.
Infine, c’è la politica. E qui Pinuccio Lovero–Yes, I can si fa decisamente più amaro: il film è infatti un impietoso ritratto della politica italiana a livello locale, fra colpi bassi e pochissimi voli, dove impera il particolarismo a scapito di una lucida visione programmatica: il bene comune è stato completamente perso di vista a favore degli interessi personali. Un microcosmo avvilente, specchio lucido di quello che succede a livello nazionale.
In attesa del 15 maggio, su Facebook e su YouTube, i divertenti episodi di Casa Lovero.
Il nostro voto: 7
Una frase: “Pensa al tuo domani!”
Per chi: Super consigliato ai pugliesi che vivono a Milano, nostalgia canaglia.