Il mondo fino in fondo, nelle sale dal 30 aprile, è un film che probabilmente uscirà un po’ in sordina, ma di cui vale la pena parlare. Alessandro Lunardelli, regista già affermato di cortometraggi, ora si misura con questo road movie presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione autonoma Alice in città (rassegna di film ragazzi).
In questo mix di ispirazione fra I diari della motocicletta e il suggestivo Into the wild di Sean Penn, Lunardelli schiera come protagonisti uno spavaldo Luca Marinelli nel ruolo di Loris e Filippo Scicchinato nella parte di Davide. Loris e Davide sono fratelli, l’uno ha il quasi totale controllo dell’azienda di famiglia, l’altro è un diciottenne timido e insoddisfatto, che non riesce a rivelare la sua natura omosessuale in una provincia ristretta del Nord e a una famiglia ignara dei suoi turbamenti.
Nell’ottica di viaggio inteso come catarsi, Il mondo fino in fondo descrive un toccante rapporto fraterno. Complice il fanatismo di Loris per l’Inter, i due protagonisti partono alla volta di Barcellona per una trasferta della squadra, che li porta a viaggiare per conoscere sé stessi e il mondo.
Davide si infatua di Andy (Cesare Serra) un attivista ecologista e lo segue fino a Santiago in Cile, ma la vicenda assume una piega inaspettata: entrerà in un mondo a lui ignoto, fatto di lotte ecologiste e di attivismo, con a capo l’ex ragazza di Andy (Manuela Martelli). Loris partirà alla disperata ricerca di Davide, aiutato dal cinico tassista cileno Lucho (Alfredo Castro).
Sullo sfondo di maestosi paesaggi e sfruttamenti territoriali, la meravigliosa fotografia di Maura Morales Bergmann che ne restituisce tutto il fascino, in un sentimento di ancestrale ritorno alla natura, Loris e Davide vivranno un’avventura fra le opprimenti temperature di Santiago, fino al vento gelido della Patagonia. Un viaggio che cambia profondamente i due protagonisti, ne rinsalda il rapporto e porta in luce segreti celati, mai espressi.
Il mondo fino in fondo è un film ben fatto, coinvolgente nel momento in cui ci vengono presentati due fratelli così diversi, eppure in fondo molto legati. Luca Marinelli (La solitudine dei numeri primi) e Filippo Scicchinato (Allacciate le cinture) interpretano a dovere queste personalità così distanti. Marinelli, in particolare, è un Loris spontaneo e istintivo. Nel complesso il film funziona, zoppicando in alcuni passaggi narrativi che sembra soffrano di sviluppo repentino, come la scena clou con la rivelazione dell’omosessualità di Davide.
Tutto sommato il film di Lunardelli confeziona una pellicola per nulla superficiale, piace dirlo, visibilmente vissuta da attori e regista e che rivela un cinema italiano dove sotto ci sono delle idee.
Voto per noi: 7.5