Senza filtro. Come le sigarette, tante, fumate dalla protagonista. Ma anche senza schermi, diaframmi, con un disegno drammaturgico apparentemente libero e indeterminato che coinvolge anche lo spettatore più ignaro di chi sia stata, anzi di chi è, qui ed ora, Alda Merini, la grande poetessa maudit, nata e morta in povertà, com’era vissuta, nella sua, nostra città. La Milano dei Navigli, dei bar, dei locali senza griffe, dei semplici di cuore, dei balordi, delle ragazze di vita.
Lo spettacolo degli Eccentrici Dadarò, con Rossella Rapisarda, le musiche dal vivo di Marco Pagani e la regia millimetrica di Fabrizio Visconti, si apre e si chiude, con “un finale da trovare”, sulla scena efficacissima, piena di oggetti affastellati, del Bar Charlie, dove l’Alda passa intere giornate a “scrivere, parlare, ridere, incontrare, fumare appunto, consumare la sua voglia di stringere in mano una vita troppo spesso lontana dal mondo”.
Folle, borderline, celebrata dall’intellighenzia ma dimenticata dallo stato se non in occasione dei funerali solenni in Duomo, la poetessa del Navigli rivive nella voce monologante e nei sorrisi pieni di stupore della bravissima interprete, che prima di “entrare” nella parte, calandovisi completamente, cerca la complicità del pubblico, interpellato come se si trattasse degli avventori del locale teatro di tante chiacchiere appassionate, in parte travasate sulla carta, come ricorda l’onnipresente macchina per scrivere.
Il tempo, sospeso, è quello della “notte dopo” quel 1 novembre 2009 in cui, in un letto d’ospedale, si chiude l’esistenza terrena della Merini e si apre il grande libro della memoria, delle cose non dette, non scritte, non classificate dalla critica letteraria.
Marco Pagani, alla chitarra, autore-attore delle musiche originali di Senza Filtro, è il contrappunto essenziale di questo monologo denso, inebriante, carico di significati, che sa approfittare, musicalmente, anche delle pause. E che ci fa venir voglia di rileggere, o leggere per la prima volta, le pagine delle bellissime raccolte poetiche di Alda Merini, che qualcuno definì, verrebbe da dire profeticamente, “una donna sul palcoscenico”.
Fino a domenica 2 marzo allo Spazio Tertulliano
via Tertulliano 68, Milano
Info e prenotazioni:
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tel.02.49472369 – mobile 320.6874363