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Torna Carrie: è remake per il cult di De Palma del 1976

Valentina Fumo 11 anni fa

carrie-lo-sguardo-di-satana-2013Era il 1976 e Brian De Palma firmava un classico dell’horror destinato a entrare nell’immaginario collettivo: Carrie, tratto dal racconto che rese celebre Stephen King. Il 16 gennaio esce nelle sale italiane Lo sguardo di Satana – Carrie, remake diretto da Kimberly Peirce (Boys don’t cry) in cui il ruolo che fu di Sissy Spacek viene interpretato da Chloë Grace Moretz, che di horror è ormai una habitué (Amityville Horror, Today You Die, The eye).

Carrie White è di nuovo la “strana” della scuola: quella che durante i giochi di squadra ha sempre i riflessi lenti, i vestiti più brutti, quella che non capisce mai le battute di spirito. E, così, diventa la vittima della crudeltà adolescenziale dei suoi compagni di scuola. Ma Carrie, repressa dalla madre, la fanatica religiosa interpretata da Julianne Moore, non è una ragazza come tutte le altre: scopre di avere un potere telecinetico e, la sera del ballo scolastico, dopo uno scherzo crudele, decide di utilizzarlo contro chi l’ha derisa.

Per quanto il confronto con un cult movie sia sempre difficile, e statisticamente quasi mai propenda per la seconda versione, non abbiamo niente contro remake e reboot: sfide difficili, spesso sono l’occasione per reinterpretare storie famose o indagarne aspetti restati in ombra in un’opera precedente. Ma questo non succede nella versione 2013 di Carrie che non solo manca di qualunque originalità o carattere, ma riesce anche a ignorare tutti i punti forti della sceneggiatura originale: così, da ragazzina emarginata, impaurita, spaventata dai suoi stessi poteri, Carrie diventa una sorta di Jean Gray con problemi di comunicazione con la madre iperprotettiva. Nessuna angoscia, nessun pathos: il film scorre piatto per 100 minuti, ulteriormente depotenziato da una allure romantica.

Il nostro voto: 3

Una frase: “Metti il tappo!”

Per chi: masochisti del grande schermo

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