“Lubitsch è un gigante. Più il tempo passa, meglio penso di lui” così il grande Orson Welles definisce uno dei più valenti registi del cinema classico. Di tempo ne è passato, ma la genialità del suo cinema rimane intatta, quella genialità che ha prodotto un film capolavoro come “ To be or not to be – Vogliamo vivere!” del 1942, il quale approderà finalmente nelle sale, in versione rimasterizzata e restaurata, dal 30 maggio.
Una perla cinematografica (produzione Alexander Korda, distribuzione Teodora Film) che piacerà sia ai nostalgici, ma anche a tutti coloro i quali amano profondamente la vera arte del cinema. “To be or not to be” è una commedia che narra le vicissitudini di una compagnia teatrale polacca nel 1939, guidata dai due attori consorti Joseph e Maria Tura ( rispettivamente Jack Benny e Carole Lombard) all’indomani dell’occupazione nazista. Un film esilarante che, fra battute serrate e travolgenti, trovate geniali, ritmo incalzante dell’azione e una sublime fotografia, ci catapulta un una inusuale Polonia soggiogata dai nazisti.
Qui si parte dalle tavole di un palcoscenico, Lubitsch è stato un attore della compagnia di Max Reinhardt e si percepisce, come uomo di teatro ci mostra i retroscena di un dramma . La compagnia dei Tura vorrebbe mettere in scena “ Gestapo” ma gli avvenimenti imporranno il cambio di programma ripiegando sul più innocuo “Amleto”, da cui l’allusione al titolo del film. I coniugi Tura attori pomposi nella recitazione, piuttosto egocentrici, sono così uniti nell’arte ma non altrettanto nei sentimenti. Maria, infatti, cede alle lusinghe di un suo ammiratore, il tenente Sobinski (Robert Stack) suo amante, che con molta prontezza, durante l’esibizione di Joseph Tura nell’Amleto, alla battuta “to be or not to be”, usualmente, si precipita sotto gli occhi del basito capocomico, verso il camerino della bella attrice.
Ma il pericolo nazista avanza inesorabilmente e così sotto l’impulso di Sobiski, la compagnia decide di partecipare alla Resistenza, in un rischioso complotto antinazista e nel solo modo possibile: la recitazione. Fra scambi di personalità, illusione comica, farsa, la finzione inevitabilmente si sostituisce alla realtà creando un effetto “metateatrale” in cui cinema e teatro si alternano in un irresistibile gioco delle parti. Gli effetti assolutamente esilaranti e l’abilità degli attori, porteranno i protagonisti ad avere la meglio sui capi nazisti, resi come comiche macchiette prive di assoluta intelligenza, votate ad un’ubbidienza cieca e inebetita.
Spicca fra tutti la straordinaria interpretazione del brillante Jack Benny, con la sua inconfondibile mimica e destrezza. Film da non perdere, Lubitsch consegna alla storia del cinema una commedia ben strutturata in ogni sua componente, un esempio di perfezione cinematografica. Molti registi di Hollywood si sono ispirati al suo genio, primo fra tutti il suo il suo famoso discepolo Billy Wilder.