“Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata, che sembra un sogno” Guy de Maupassant.
Quel sogno è l’Amazzonia, dove Augusta (Jasmine Trinca) giovane donna colpita dalla morte del figlio e dall’abbandono del marito trova riparo per – come dice lei stessa – “scappare” dal dolore. Tutto questo è Un giorno devi andare, ultimo film di Giorgio Diritti (in uscita il 28 marzo) regista del già celebre L’uomo che verrà. Un viaggio su una piccola barca bianca, nell’immensità dei paesaggi brasiliani, lo spaesamento, le panoramiche di una natura incontaminata, il tempo per la riflessioni, i ricordi e il dolore, il punto di inizio.
In compagnia di una suora missionaria, Suor Franca, portatrice dei valori cattolici e della conversione dei popoli indigeni, Augusta si avvicina all’ignoto, ma presto sente l’esigenza di allontanarsi da quella imposizione e voler “vivere” intensamente la vita di quelle persone nel villaggio delle palafitte; decide di abbandonare i missionari, per entrare nel mondo vero degli indios, sentirsi parte di loro, cercando se stessa.
Diritti esalta, senza falsi moralismi, quei valori persi con il consumismo, che sono la condivisione con l’altro, la naturale e spontanea apertura al prossimo, i sorrisi dei bambini, la disponibilità priva di un doppio fine, la forza della vita, il tutto in un clima palpitante di colori, frenesia gioiosa, ma senza negare gli aspetti legati alla violenza distruttrice della natura e alla povertà. Quella stessa povertà che negli indios impone delle scelte sbagliate e contrarie al senso di comunità , per le quali Augusta si sente tradita e costretta a una nuova fuga. Questa volta immersa nella natura e in solitudine, la donna ha un confronto con se stessa atroce e quasi purificatorio, trovando alla fine la speranza e appagando quel senso di maternità negato, nel sorriso di un piccolo del luogo.
A questo viaggio spirituale e al senso comunitario, si sovrappone e contrappone la sua terra natia e i suoi affetti: un ambiente quasi immobile, così lontano dalle azioni , in cui risuonano preghiere , frasi incompiute, staticità fisica, capace comunque di ritrovare un piccolo spiraglio di apertura al prossimo proprio grazie alla presenza di una giovane proveniente da quel mondo.
Un film suggestivo, quello di Diritti, portatore di valori universali, dove le vere protagoniste sono le donne, le loro sofferenze, il loro immenso bisogno di dare amore. A rendere questa forza espressiva è anche l’interpretazione istintiva di Jasmine Trinca, capace di comunicare emozioni anche attraverso i silenzi.